Tufo (Avellino)
Nel 1647 Scipione di Marzo lasciò il suo paese natale di San Paolo Belsito vicino Nola per fuggire alla peste che imperava e si rifugiò a Tufo dove iniziò nel 1648 la costruzione delle sue cantine. Col passare dei secoli i di Marzo divennero far i più importanti possidenti terrieri della zona. Nel 1866 Francesco di Marzo, mentre era a caccia sulle sue terre, vide dei pastori che bruciavano delle pietre per riscaldarsi.
Esaminando questa pietra Francesco di Marzo vide che si trattava di un pezzo di zolfo trovato sulle sue terre. Con questa scoperta, la famiglia di Marzo iniziò un’importante attività mineraria di zolfo naturale essenziale all’agricoltura che riforniva gli agricoltori della zona e che diede lavoro a più di 500 dipendenti fino all’inizio degli anni 1980 quando le miniere si esaurirono. Ancora oggi i vecchi stabilimenti di trasformazione dello zolfo sono un punto di riferimento di architettura industriale ottocentesca che viene visitata regolarmente da studenti di architettura. Altri di Marzo svolsero ruoli importanti nello sviluppo del territorio. Donato di Marzo fu Deputato e Senatore dal 1880 al 1911 e svolse un ruolo essenziale nello sviluppo della ferrovia nella regione. Vito di Marzo negli anni venti e trenta fu anche deputato e un personaggio importante dell’industria locale. Alberto di Marzo, anche negli anni venti fu deputato alla camera ed è ricordato anche come un grande sportivo e pilota di corsa automobilistica, non che organizzatore della corsa automobilistica “Principe di Piemonte“.
Dopo mezzo-secolo di letargia, le Cantine di Marzo sono passate nel 2009 sotto il controllo della famiglia di Somma. Discendenti diretti dei di Marzo. Filippo di Somma, 15º Principe del Colle, figlio di Maria di Marzo, e i suoi due figli, Ferrante e Maria Giovanna, hanno intrapreso un ambizioso programma di sviluppo aziendale per riportare i vini dell’azienda a un livello qualitativo che rifletti la tradizione di una delle aziende più antiche d’Italia. I di Somma hanno passato una gran parte della loro vita all’estero, in particolare in Francia. Ferrante di Somma che segue l’aspetto tecnico e il mercato d’esportazione ha vissuto in Francia, Inghilterra e Russia. Avendo studiato il commercio dei vini in Borgogna e stato lui a impostare la nuova filosofia dei vini dell’azienda. La sua esperienza internazionale nel mondo del vino, in particolare con la Russia, e la sua passata collaborazione con diversi produttori francesi e italiani, gli hanno dato le conoscenze che hanno permesso di far entrare quest’azienda storica nel ventunesimo secolo.
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